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L'Internet of Things (IoT) in Italia registra una crescita del 13% nel 2022, raggiungendo gli 8,3 miliardi di euro nonostante le difficolt...

IoT: il mercato italiano cresce ancora

Secondo la ricerca condotta dall’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, il valore complessivo del mercato IoT ha raggiunto gli 8,3 miliardi di euro, con una crescita del 13% rispetto all’anno precedente. Questa tendenza può sicuramente essere vista come la prova della crescente consapevolezza di aziende, pubbliche amministrazioni e consumatori sull’importanza della gestione remota di asset e dispositivi intelligenti.

Vediamo nel dettaglio i vari punti di questo studio.

IoT: tra vecchie glorie e nuovi ambiti di sviluppo

La fetta più grande del mercato IoT in Italia, e questo dato non dovrebbe sorprendere, è rappresentata dalle Smart Car, che genera un fatturato di 1,4 miliardi di euro, corrispondente al 17% del totale. Al secondo posto si trovano le applicazioni IoT nel settore utility, come Smart Metering e Smart Asset Management, che raggiungono 1,37 miliardi di euro. Tuttavia, queste applicazioni sono ormai prossime alla saturazione, con un elevato numero di contatori gas connessi e smart meter elettrici di seconda generazione già installati.

Tra gli ambiti in crescita, troviamo quelle che potrebbero essere le vere certezze del domani. In pole position abbiamo la Smart Agriculture, che registra un aumento del 32%, seguita dalla Smart Factory con il 22% e a seguire la fetta Smart Building con il 19%. Quali sono però le cause alla base di questo boom?

In prima battuta, le aziende agricole stanno beneficiando degli incentivi governativi per l’acquisto di sistemi di monitoraggio e macchine connesse, mentre il settore delle costruzioni e quello manifatturiero sono trainati dalle applicazioni dedicate al risparmio energetico e alla sicurezza, supportate da incentivi come il Superbonus e l’Ecobonus.

Attualmente, in Italia sono attivi 124 milioni di oggetti connessi, con una media di poco più di 2,1 per abitante. Le connessioni IoT cellulari hanno raggiunto i 39 milioni, registrando un aumento del 5% rispetto all’anno precedente, mentre le connessioni abilitate da altre tecnologie di comunicazione hanno raggiunto gli 85 milioni, con una crescita del 15%. Le reti LPWA (Low Power Wide Area) hanno svolto un ruolo significativo, aumentando del 20% in un anno e raggiungendo 2,4 milioni di connessioni.

Kblue e IoT: la gamma Keasier in continua espansione

Nell’ottica di dare all’utente finale una casa smart che non richieda importanti modifiche all’impianto di casa, Kblue ha dato vita alla gamma Keasier, una gamma composta da dispositivi plug&play wireless, capaci di comunicare tra loro tramite scenari impostabili da app  Kblue Keasier. Ciò che ha dato vita a questa gamma è proprio la volontà di fornire un prodotto semplice che permette la gestione smart della casa, controllandone i consumi e garantendo un’efficienza energetica, il tutto ad un prezzo contenuto. 

I dispositivi che compongono la gamma Keasier sono:

  • Cronotermostato WiFi
  • Testina termostatica intelligente wireless
  • Attuatore smart WiFi
  • Sensore wireless per porte e finestre
  • Controller per elettrodomestici con comunicazione a infrarossi
  • Presa smart WiFi
  • Analizzatore di rete smart WiFi
 
Keasier è la prima gamma di prodotti Kblue pensata per il B2C, acquistabile direttamente sul nostro e-shop.
I dispositivi, di facile installazione, si collegano con semplicità alla rete di casa e si configurano in pochi passaggi per un utilizzo immediato delle loro funzioni.
schema di funzionamento della termoregolazione con Keasier by Kblue
Un esempio di termoregolazione completa con dispositivi IoT della gamma Keasier di Kblue

L’Industrial IoT ai massimi storici

L’Industrial IoT, cioè l’Internet delle Cose Industriali, sta guadagnando sempre più terreno nel contesto aziendale italiano. Sempre secondo la stessa indagine condotta dall’Osservatorio, l’87% delle piccole e medie imprese italiane è a conoscenza delle soluzioni Industrial IoT, registrando un notevole aumento del 41% rispetto al 2021, mentre le grandi imprese raggiungono il 98%. Tuttavia, sia per le grandi imprese che per le PMI, la mancanza di competenze rappresenta ancora il principale fattore che limita l’avvio di tali progetti.

Rispetto ai dati raccolti da dispositivi e macchinari connessi, emerge che il 48% delle grandi aziende e il 70% delle PMI utilizza poco o per nulla i dati o addirittura non ne è consapevole. Tra le principali barriere che ostacolano le imprese nell’analisi e nella valorizzazione dei dati, vi è la mancanza di competenze e figure specifiche per la loro gestione.

Questa mancanza di match tra bisogni di mercato e forze in gioco, quanto sta bloccando un vero boom dell’Industrial IoT?

L’evoluzione tecnologica dell’Internet of Things

Non si può parlare di IoT senza citare le novità tecnologiche che ne hanno permesso l’espansione. Le due colonne portanti sono essenzialmente due:

  1. lo sviluppo del 5G;
  2. la diffusione delle reti LPWA.

In più, nel campo dell’interoperabilità, si stanno compiendo progressi, seppur in misura maggiore in alcuni settori rispetto ad altri. Un esempio è rappresentato dalla Smart Home, dove nel corso del 2022 la Connectivity Standard Alliance (CSA) ha completato la stesura delle specifiche di Matter, il nuovo protocollo per l’interoperabilità della Smart Home, anche se con un ritardo rispetto alla timeline stabilita nel 2020.

PNRR e IoT

Anche il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta un’importante opportunità di crescita per stimolare l’innovazione tecnologica del Paese, soprattutto in considerazione della crisi energetica attuale. Uno dei settori focali è proprio il connubio tra IoT ed energia, che prevede un notevole investimento: quasi 7 miliardi di euro.

All’interno della Missione 2 del PNRR, sono destinati 3,6 miliardi di euro per lo sviluppo delle Smart Grid, con l’obiettivo di potenziare la capacità e l’efficienza delle reti energetiche. Inoltre, altri 2,2 miliardi di euro sono stati stanziati per promuovere l’utilizzo delle energie rinnovabili nelle comunità energetiche e per favorire l’auto-consumo, offrendo un supporto concreto alle strutture collettive di autoproduzione energetica sostenibile. La Componente 3 della Missione 2 è completamente dedicata all’efficientamento energetico e alla riqualificazione degli edifici, con un focus sulle tecnologie IoT che possono contribuire allo sviluppo di sistemi di teleriscaldamento del valore di 200 milioni di euro, con l’obiettivo di costruire o ampliare le reti esistenti e garantire un accesso più ampio a servizi energetici efficienti.

Questi investimenti sono una grande occasione da non perdere. Tocca a noi cogliere le direttive del PNRR e non perdere il treno delle innovazione all’avanguardia.

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